Un bel racconto di Antonello Cattani sulla storia della sua passione per la nazionale Scozzese.
"Vincere non è importante è l'unica cosa che conta. Se vi ritrovate in questa frase, non leggete questo libro, anzi non sfogliatelo neppure, rimarreste delusi".
Inizia così la descrizione della quarta di copertina di "Ti amerei anche se vincessi", un bel libro scritto da Antonello Cattani che racconta di come la sua passione per la nazionale scozzese sia diventata una passione a 360 gradi per una nazione.
Intervistando Antonello siamo andati a scoprire come è nata la sua passione (indovinate un pò si parla di figurine) e come questa sia evoluta nel corso del tempo, passando dagli occhi di un bambino a allo sguardo di un padre.
Intervistando Antonello siamo andati a scoprire come è nata la sua passione (indovinate un pò si parla di figurine) e come questa sia evoluta nel corso del tempo, passando dagli occhi di un bambino a allo sguardo di un padre.
Abbiamo letto che la tua passione per la Scozia risale all'album Panini del 1974, quando ti innamorasti delle figurine scozzesi presenti sull'album. Quali sono i tuoi ricordi in merito?
Sono nato nel dicembre 1966, quindi nella primavera del 1974 avevo sette anni. Mi fu regalato l'album Panini dei mondiali del 1974 fuori dalla scuola, come si usava a quell'epoca. Sarebbero stati i primi mondiali di calcio che avrei visto consapevolmente (nel 1970 ero troppo piccolo) quindi ero "carico". A scuola con me c'era una bambina nata a Edimburgo da madre scozzese, e la cosa mi affascinava enormemente. Così quando iniziai la collezione guardavo le figurine della Scozia con un occhio particolare, inoltre come scrivo nel mio libro "i nomi dei giocatori avevano su me un effetto ipnotico, Harvey, Bremner, Jordan ... alcuni indossavano una bellissima tuta blu notte con un leone rampante sul cuore ... fu amore a prima vista". Così mi innamorai della Scozia, e non mi posi il problema che forse avrei dovuto tifare per l'Italia. Le figurine dell'Italia mi lasciavano indifferente, le consideravo come tutte le altre nazionali. Mi dispiace ma non potevo farci niente.
La prima partita che vidi fu Brasile-Scozia con la telecronaca di Martellini, finì 0-0 ma fu una partita molto combattuta. Poi la delusione del pareggio 1-1 con la Jugoslavia che eliminò la Scozia, visto che il Brasile passò il turno per un solo gol segnato in più. Dell'Italia a quei mondiali vidi solamente uno spezzone della partita con Haiti. Poi l'amore per la Scozia si è esteso nel tempo ai luoghi, alla storia, alle tradizioni, alla musica. Oggi è un "amore a 360 gradi.".
Come è cambiato il tuo rapporto con le figurine da quando eri bambino ad oggi?
Sono nato con le figurine ,per intenderci sono uno di quelli che appena sente l'odore della bustina appena aperta prova un piacere fisico difficilmente comprensibile da un ragazzo di oggi. I primi ricordi risalgono alle collezioni 70-71 e 71-72 le ultime non adesive, di mio fratello più grande. La prima collezione che provai a fare da solo fu quella del 72-73 ma ero piccolo e non fu completata e andò distrutta. La recuperai pochi anni dopo quando scoprii che si poteva mandare a prendere intera. Mi arrivò dopo tantissimo tempo dall'ordine e ricordo ancora la gioia di avere tutte le figurine pronte da attaccare. E' la più bella in assoluto, con i giocatori in azione e le caricature di tutti. Solo quella analoga del 76-77 regge il confronto. La Panini è a 30 km da casa mia, quindi ci sono stato più volte da adulto, da bambino mi sembrava lontanissima.
Ricordo un aneddoto relativo alla collezione del 1973-74. Una domenica mattina girai insieme ai miei genitori alla ricerca delle bustine, ma tutte le edicole della mia città, Reggio E. le avevano esaurite, così tornai a casa molto triste.Il giorno dopo mio padre, che lavorava a Bologna, riuscì a trovarle e i miei genitori al ritorno da scuola me ne fecero trovare dappertutto. Sotto il piatto, su per le scale, sotto il cuscino. Immaginate un bambino di sette anni impazzito a trovare le bustine in giro per la casa. Poi i giochi a scuola: dal lancio delle figurine a quello dove si calava una figurina a testa e quando usciva la combinazione di due giocatori della stessa squadra, chi aveva calato l'ultima portava a casa tutto il mazzo. Quando questo diventava alto si iniziava a sudare freddo. Ho fatto le collezioni fino al 1978-79, poi ho sospeso perchè troppo impegnato con l'adolescenza. Ho ripreso nel 1993-94 perchè per la prima volta la mia Reggiana era in serie A e volevo un ricordo tangibile. Dei mondiali ho fatto di persona quelle del 1974, 1978 e 1990, le altre le ho acquistate già fatte con le figurine da attaccare fino al 2002. Poi ho qualche album dei campionati inglese e scozzese, come quello del 1979 e del 1992 Ho qualche collezione incompleta post 2000 fatta dai miei figli, ma senza l'entusiasmo giovanile dei miei tempi.Oggi sono disamorato dal calcio moderno, per cui anche le figurine le ho abbandonate. Non sopporto la pagina dei giocatori che cambiano squadra, ormai sono più quelli che vanno che quelli che rimangono.
Veniamo al libro, come è nata l'idea di scrivere in merito alla tua passione per la nazionale scozzese?
Qual'è stata la nazionale scozzese più forte di sempre di cui tu abbia memoria?
Difficile dirlo, potenzialmente tutte avrebbero potuto almeno passare il primo turno, cosa mai accaduta. Tecnicamente quella del 1978 sulla carta sarebbe stata veramente forte, visto che annoverava molti elementi che militavano in squadre come Liverpool e Nottingham Forest che dominavano in Europa. Mi riferisco a giocatori come Dalglish, Gemmill, Robertson, Souness, Jordan, McQueen. Su quel mondiale sono stati scritti libri, in Scozia si pensava addirittura di andare a vincerlo (il capitolo del mio libro si intitola: campioni del mondo... alla partenza).
Poi successe di tutto: litigi, alcool, donne, doping ma nonostante tutto sfiorammo la qualificazione al secondo turno in una memorabile partita con l'Olanda vinta 3-2, ma sarebbero serviti due gol in più per passare il turno. Anche quella del 1982 non era male: Souness, Dalglish, Strachan, Archibald, Hansen, lo stesso Jordan erano giocatori di grande spessore internazionale. Anche in quel caso fu fatale la differenza reti.
La tua figurina preferita ed il tuo calciatore preferito?
Coincidono e portano il nome di Joe Jordan, il mio idolo assoluto, come racconto nel libro.
Da tifoso rossonero ero felicissimo del suo arrivo al Milan nel 1981, poi le cose non andarono bene, ma Joe è comunque annoverato tra i 100 giocatori significativi del Milan per il suo impegno, nonostante due sole stagioni disputate. Un grande colpitore di testa, un lottatore unico, come dimostrano i denti persi in uno scontro di gioco.Tra l'altro ha segnato in tre mondiali diversi (1974, 1978, 1982) senza tirare rigori, non sono in tantissimi ad avere fatto altrettanto.
Da tifoso rossonero ero felicissimo del suo arrivo al Milan nel 1981, poi le cose non andarono bene, ma Joe è comunque annoverato tra i 100 giocatori significativi del Milan per il suo impegno, nonostante due sole stagioni disputate. Un grande colpitore di testa, un lottatore unico, come dimostrano i denti persi in uno scontro di gioco.Tra l'altro ha segnato in tre mondiali diversi (1974, 1978, 1982) senza tirare rigori, non sono in tantissimi ad avere fatto altrettanto.
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